COSA ABBIAMO FATTO
Dal giugno 2013 all’agosto 2016 noi di IA.ING siamo stati impegnati nella riconversione dello zuccherificio Eridania in un impianto di Biomasse.
Il complesso produttivo si trova inserito tra le due arterie stradali principali A14 e SS16 e in adiacenza alla SP22 e la stazione ferroviaria di Rignano Garganico nelle vicinanze della quale è presente un complesso residenziale composto da circa 15 palazzine.
CIOÈ
In RTP con in nostri partner, abbiamo realizzato un impianto destinato alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile alimentato da biomasse vegetali della potenza di 13 MWe e dal valore di €48.763.000,00.
COME LO ABBIAMO FATTO
Le biomasse vegetali sono costituite da sottoprodotti di attività agricole, dalle lavorazioni del legno (potatura degli alberi, segherie ecc.) e dalla lavorazione dell’olio di oliva. (sansa).
Le biomasse, a seconda della loro tipologia vengono opportunamente trattate per raggiungere la granulometria e l’umidità tali da consentire di raggiungere l’efficienza di progetto della caldaia. Esse vengono depositate in aree di stoccaggio preparate ad accoglierle. Da ognuna delle aree di stoccaggio partono i diversi sistemi di movimentazione delle biomasse.
Le differenti biomasse confluiscono nel sistema di miscelazione, nel quale vengono accuratamente miscelate per creare il miglior mix di ingresso in caldaia.
Oltre al cuore dell’impianto esistono opere accessorie come le sale controllo, luoghi dai quali si “guida” l’impianto di produzione e mobilitazione delle biomasse; gli edifici che ospitano funzioni ausiliarie, come autorimesse, officine; il sistema di drenaggio e scarico delle acque superficiali; i sistemi antincendio e gli apparati elettrici.
Tutto è stato seguito con molta cura e attenzione iniziando dalla sicurezza in canitere, per la quale si sono prese in considerazione tutte le situazioni di pericolosità e le necessarie misure preventive relative all’organizzazione di cantiere.
Grazie agli accorgimenti presi, le dotazioni fornite ai lavoratori e la formazione fatta agli stessi non si sono verificati incidenti di rilievo. Inoltre l’organizzazione del cantiere e l’attenzione posta in fase progettuale alle possibili interferenze ha prodotto come risultato quello di avere un cantiere che non ha avuto blocchi temporali.
Con un’area di intervento con una superficie complessiva pari a 21,6 Ha, caratterizzata dalla presenza di viabilità e piazzali esterni asfaltati e coperture impermeabili, abbiamo previsto di sottoporre le acque meteoriche, che precipitano sull’intera superficie impermeabilizzata scolante e convogliate mediante una rete a gravità, ad un trattamento di grigliatura, dissabbiatura e disoleatura per poi essere inviate, mediante impianto di sollevamento, al recapito finale costituito dal suolo.
Un’attenzione particolare è stata posta alla rete delle acque di processo che è stata realizzata in ghisa per via delle elevate temperature delle acque in uscita da alcuni componenti che impediscono il ricorso a materiali plastici, ed è stata posata con pendenza dello 0.2%.
La grande variabilità delle portate ha comportato la necessità di sovrastimare il diametro dei collettori al fine di garantire anche il collettamento delle portate straordinarie.
In condizioni ordinarie pertanto il deflusso nella rete avverrà con velocità e un grado di riempimento molto bassi, mentre in condizioni di portate straordinarie, i collettori avranno un grado di riempimento a volte anche superiore all’80%. Le basse velocità in rete non determinano altresì fenomeni di deposito di materiale in quanto le acque in uscita dai componenti impiantistici non contengono solidi sospesi.
La rete delle acque di processo colletta le stesse presso un’area dedicata al loro trattamento.
L’impianto di trattamenti è costituito da:
- • una linea 1 per il trattamento dei reflui, per una portata complessiva massima di circa 9.5 m3/h;
- • una linea 2 per il trattamento della soluzione di rigenerazione delle resine dell’impianto di addolcimento in dotazione alla centrale a biomasse per una portata complessiva massima di circa 0.3 m3/hE
CONCLUSIONI
Tramite il trattamento precedentemente descritto, risulta possibile inviare nuovamente in testa alla centrale le acque depurate. In questo modo abbiamo potuto raggiungere l’obiettivo di sostenibilità ambientale della centrale in termini di riutilizzo delle acque necessarie al proprio funzionamento e di riduzione dei prelievi delle acque da pozzo.
Il sistema composto dalla rete di drenaggio, dall’impianto di trattamento delle acque meteoriche e dal relativo scarico in suolo dalla sua entrata in esercizio non è mai andato in crisi, giustificando la bontà del progetto, andando di fatto a favorire il normale funzionamento della centrale anche durante eventi meteorici particolarmente intensi.